Le Tecniche di Doratura
La Doratura a Guazzo
Tutti noi abbiamo avuto il piacere d'ammirare le splendide tavole raffiguranti immagini sacre su uno sfondo dorato e libri antichi con disegni impreziositi da inserti d'oro, ma pochi conoscono veramente le tecniche alla base della doratura.
Premettiamo che la doratura è un'arte secolare e che ve ne sono alcuni alcune forme riservate ad artisti, restauratori ed orafi in virtù della loro complessità ed altre che possono essere imparate da appassionati dell'arte e del bricolage.
Tra le tecniche più complesse, nonchè antiche, citiamo innanzitutto la doratura a guazzo che, detto in termini semplici, consiste nello stendere una foglia d'oro sulla tavola che successivamente viene dipinta.
Questa è però una descrizione eccessivamente superficiale per comprendere la particolarità di un lavoro che richiede notevole perizia.
La doratura a guazzo è, infatti, il risultato finale di una serie di operazioni che portano all'emergere di più strati sulla tavola.
Il primo strato è formato dal gesso da doratore, preparato seguendo l'apposita procedura la quale richiede tradizionalmente l'impiego di colla di coniglio.
Quando il gesso è steso in modo perfettamente uniforme e sono stati ritoccati gli angoli della tavola, si può procedere con il bolo, ovvero un'argilla da stendere in più strati per far aderire nel modo migliore la tanto preziosa quanto malleabile foglia d'oro.
Il bolo è disponibile in diversi colori, ma per la doratura si usano essenzialmente le terre gialle e rosse (in misura minore le nere) da mescolare con colla e quindi da stendere sulla tavola in un sovrapporsi di strati di numero variabile a seconda dei casi e ricordando anche che alcuni doratori sono soliti passare una mano di specifici prodotti antitarli.
Ora la tavola è pronta per la passata di guazzo (una miscela di acqua, alcol e colla di coniglio) e quindi per la la foglia d'oro, ovviamente da maneggiare con estrema attenzione, data la delicatezza intrinseca, usando un pennello o un coltello da doratore.